Trattoria Vasco e Giulia
Breve storia di Comacchio
I primi insediamenti risalgono al VI sec. a.
C. e riguardano una popolazione etrusca che fondò la città di
Spina. Durante il III sec a. C. essa andò incontro ad un insanabile
declino. Non sono state ritrovate altre testimonianze di abitati
fino all'età tardo-romana. Tra le scoperte di maggiore importanza
segnaliamo quella di una imbarcazione romana, la Fortuna Maris,
di epoca augustea. All'interno è stato rinvenuto tutto il carico.
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Comacchio entrò
a far parte dell'Esarcato di Ravenna e, successivamente, del
Regno Longobardo. A partire dall' VIII sec. divenne sede vescovile.
Sconfitti e cacciati i Longobardi, Carlo Magno
donò la città lagunare alla Chiesa. L'importanza strategica
di Comacchio nella produzione e commercio del sale, fece scoppiare
la guerra contro Venezia (866), che durò per secoli: nel 932
le armate della Serenissima rasero al suolo il paese. Divenuto
libero comune, nel 1325 gli abitanti fecero un atto di dedizione
ai Duchi d'Este, che da quel momento, governarono e gestirono
i profitti delle valli, mentre la produzione del sale continuava
ad essere ostacolata da Venezia. Dopo la devoluzione estense
del 1598, Comacchio passò allo Stato Pontificio e, nonostante
le ribellioni dei cittadini, cominciò un lungo periodo caratterizzato
dall'affitto e subaffitto delle valli. In passato le valli di
Comacchio rappresentavano la risorsa principale dell'economia
locale e la loro gestione fu sempre al centro delle vicende
storiche.
Quando nel 1797 Napoleone si impadronì del paese,
i cittadini si ribellarono e, guidati da Antonio Buonafede e
Guido Manfrini, ottennero la firma del Rogito Giletti (12 luglio
1797), con il quale la repubblica Francese vendeva alla cittadinanza
tutte le valli. Importante anche il ruolo che la nostra zona
giocò nell'unità d'Italia con Garibaldi che, nel 1849, sbarcò
a Magnavacca, successivamente chiamato Portogaribaldi, con la
moglie in fin di vita. I comacchiesi diedero loro rifugio finché
Anita morì. Con la rotta del fiume Reno e la riduzione del pescato,
il Governo cedette le valli al Comune che dovette accollarsi
i lavori di riassetto idrografico. Si resero necessarie le opere
di bonifica che in passato erano già state intraprese, senza
risultato, dagli Estensi.
Oggi l'economia comacchiese si fonda sulla pesca,
sull'agricoltura e, soprattutto, sul turismo legato alle varie
iniziative che si svolgono in paese, alla bellezza architettonica
e artistica di Comacchio e ai sette lidi che offrono grandi
spiagge e tanto verde. Parlando di verde e di bellezza non si
può non citare il Parco del Delta del Po, di cui Comacchio è
il cuore. Ponti, canali, strade e case vivacemente colorate
le conferiscono i connotati di vera città lagunare.
Testo tratto dal sito www.comune.comacchio.fe.it
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